“This must be the place” – bel film ma…


Adoro i film di Sorrentino. Mi è piaciuto anche “This must be the place”.
Il personaggio di S.Penn è indimenticabile e singolarisso, la musica per tutto il film è bella e azzeccata.
Grande fotografia con molti movimenti di macchina, dolly, carrelli, piani sequenza. Se qualcuno critica a Scorsese di muovere la macchina a volte un pò a sproposito, piu per un estetica del movimento, che per una funzione narrativa, forse questa critica può essere applicata anche a Sorrentino.
Personalmente lo noto ma non mi dispiace questo aspetto dei movimenti di macchina, se da un lato mi fa sentire più a mio agio nell’ambiente della storia, dall’altro uno stile più asciutto é apprezzabile per mette a nudo creatività o pochezza di una sceneggiatura.

Qual’è il pelo nell’uovo di questo film, per me?
Sto trovando ripetitivo nei film di Sorrentino le caratteristiche del tipo di personaggio, che è sempre protagonista assoluto della storia.
Il protagonista dell’indimenticabile “Le conseguenze dell’amore”, di “il Divo” e di questo ultimo film, si assomigliano per molti aspetti. Sono tutti estremamamente intelligenti, ma fuori dalla società comune, hanno pesanti fardelli interiori, sono estremamente chiusi e refrattari alla banalità. Sono assolutamente fuori dagli schemi, con la quasi impossibilità di mutare il proprio stato. Bei personaggi. Ma dopo “This must be the place” ho iniziato a intravedere la ripetizione creativa nel regista partenopeo. E ripetizione, a meno che non si faccia parte del movimento Pop Art, non va totalmente d’accordo con creare nuove opere d’arte, a mio modesto avviso.
Il film merita la visione e forse anche la revisione in lingua originale, per carpire al meglio la prova recitativa di Sean Penn. Nel DVD, interessante l’intervista al regista partenopeo. Consiglio.

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